Viaggiare sicuri: i nuovi corridoi turistici
Oggi più che mai la necessità di sicurezza si è estesa anche all’aspetto salute nel mondo dei viaggi. Se da un lato è sempre stato importante muoversi in sicurezza, soprattutto all’estero, le dinamiche di quest’ultimo anno, in ambito sanitario, hanno portato molte destinazioni turistiche a chiedersi come garantire un ambiente sano sia per chi ci lavora sia per chi viene ospitato.
Tutti i comparti turistici hanno implementato protocolli sanitari in accordo con le autorità del proprio paese. È stato uno sforzo importante e anche una sfida per capire come certe buone pratiche siano indispensabili per tutti, anche e non solo durante una situazione contingente.
L’industria turistica in Italia rappresenta il 14,9% dell'occupazione totale, per 3,5 milioni di occupati. Le presenze totali negli esercizi ricettivi italiani superano i 428 milioni annui. Questo solo in Italia, ma se andiamo a vedere l’importanza del settore a livello europeo, ci renderemmo conto che le potenzialità del turismo in campo economico e occupazionale e le sue implicazioni a livello sociale e ambientale lo rendono un settore estremamente importante nell'Unione Europea. Le statistiche sul turismo sono utilizzate per monitorare, oltre alle politiche dell'UE in questo settore, anche la sua politica regionale e la politica di sviluppo sostenibile.
Nel 2016, secondo l’Eurostat, su dieci imprese attive nell'economia non finanziaria (business economy) europea, una apparteneva al settore turistico. Il numero di occupati nei 2,4 milioni di imprese era stimato a 13,6 milioni di persone operanti nel turismo. Le aziende operanti in settori connessi al turismo occupavano il 9,5 % degli addetti all'intera economia non finanziaria e il 21,7 % degli addetti del settore dei servizi. Dati che sono ovviamente cresciuti in modo esponenziale fino al 2019.
Con la chiusura delle frontiere in primavera, e una progressiva seppur timida riapertura a livello europeo quest’estate, abbiamo assistito a uno scenario pervaso da iniziative bilaterali senza coordinamento da parte delle istituzioni europee che sul turismo hanno, a dir la verità, ben poche competenze. Così, ogni paese si è messo a fare il suo… Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Quest’autunno, in cui la situazione non è certamente migliorata, alcuni paesi europei hanno deciso di creare dei veri e propri corridoi turistici sicuri. È il caso del governo spagnolo che ha raggiunto un accordo con i dirigenti regionali delle isole Canarie e delle isole Baleari su un protocollo per stabilire corridoi di viaggio con i paesi europei. L’accordo è stato raggiunto per consentire la mobilità dei viaggiatori al fine di riattivare il turismo nei due arcipelaghi spagnoli senza mettere a rischio il turista e i residenti.
In particolare alle isole Canarie si è deciso che tutte le strutture ricettive, compresi agriturismi, case vacanze e B&B, mediante l’accordo che entra in vigore ufficialmente il 14 novembre, devono, fin dal 1º novembre: comunicare, prima della formalizzazione della prenotazione o della contrattazione di servizi di ricettività turistica, che tra le condizioni di accesso è obbligatorio quello dell'accreditamento dell'esecuzione del relativo test diagnostico. Inoltre, devono segnalare l’obbligo di scaricare l’app RADAR COVID (una sorta di IMMUNI) da mantenere attiva durante la permanenza sulle isole, nonché i 15 giorni immediatamente successivi al loro rientro nel luogo di origine.
A partire dal 14 novembre, sarà richiesto il TEST COVID-19 NEGATIVO per i turisti di età superiore a sei anni, che devono dimostrare il completamento, entro un massimo di 72 ore prima del loro arrivo, del test negativo stabilito dalle autorità sanitarie del proprio paese.
Questa situazione continuerà fintanto che entrambi gli arcipelaghi si troveranno al di fuori della cosiddetta zona verde, secondo le raccomandazioni dell’UE (25 casi ogni 100.000 abitanti).
I governi delle Isole Canarie e delle Isole Baleari copriranno i costi associati se il turista si contagiasse in loco e dovesse essere tenuto in quarantena, fornendo una serie di alloggi assegnati a tale scopo. Ove necessario, verrebbero coperte anche le spese dell’assistenza sanitaria o il ricovero.
Questi corridoi turistici sono complementari alle raccomandazioni del Consiglio Europeo che cerca di standardizzare i criteri epidemiologici e le regole per i viaggi tra i paesi dell’UE.
Sicuramente i metodi applicati, in questo caso, sono suscettibili di migliorie, ma la riflessione conseguente è che paesi come la Spagna o la Grecia che basano una buona fetta della loro economia sul turismo, abbiano deciso o a livello governativo, o attraverso i vettori ed operatori del settore, di regolamentare i protocolli per viaggiare per far sì che questo settore non soffra ulteriori e irrecuperabili perdite.
La speranza per tour operator come Verticalife, oltre a quella di "sopravvivere" a questa seconda ondata, è che il Governo sappia emulare e ri-creare buone pratiche in grado di aprire le porte al turismo, quantomeno Europeo fin dai primi mesi del 2021.